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PAOLO SAVONA ATTACCO CONSOB BITCOIN

CONSOB all’attacco di Bitcoin e crypto: Pinocchio, il gatto e la volpe e il Campo dei Miracoli. Parla Paolo Savona

Paolo Savona attacca ancora il settore e chiede regole più stringenti!

Interessi pubblici e interessi privati: sono i primi che dovrebbero prevalere, almeno secondo il presidente di CONSOB Paolo Savona, nel normare il mondo crypto. Un Campo dei Miracoli dove tanti gatti e tante volpi convincono i più sprovveduti a seminare denaro nell’attesa e nella speranza di diventare ricchi. Ma ha ragione Paolo Savona? Oppure è ormai una battaglia di retroguardia, perché volente o nolente il mondo sta andando da un’altra parte?

Mentre il mondo degli appassionati crypto si scaglia, di nuovo, con veemenza contro il presidente di CONSOB, noi proveremo a fare una discussione più ragionata, non solo perché riteniamo che gli attacchi all’età e all’intelligenza del presidente di CONSOB non portino a nulla (se non ad apparire come degli scalmanati che hanno ben poca sostanza da difendere), ma anche perché di buone ragioni, almeno a nostro avviso, ne abbiamo a sufficienza.

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Pinocchio, gatti, volpi e Campo de’ Miracoli

Le storie di Pinocchio dovremmo conoscerle tutte. Prima che esistesse ancora Doraemon e tutto il filone di cartoni educativi per bambini e meno bambini, Pinocchio ci raccontava come non comportarci. Tra le tante avventure, quella degli zecchini d’oro piantati al Campo dei Miracoli su consiglio del gatto e della volpe. Cresceranno, gli dissero, salvo poi tornare nottetempo a prelevarli.

Sarebbe questa la fotografia plastica del mondo Bitcoin e crypto secondo Paolo Savona, presidente di CONSOB che da tempo non fa nulla per nascondere la sua avversione al settore. Un settore che conosce bene e che ritiene che debba essere normato a livello internazionale, perché operare come paese singolo o soltanto come Unione Europea non può catturare interamente il fenomeno.

Prima di scagliarvi sui profili social dei giornali e della CONSOB a ricoprire di insulti chi ricopre il ruolo apicale dell’organo di vigilanza su mercati italiani, qualche considerazione aggiuntiva. Perché no, non vinceremo il dibattito pubblico con il turpiloquio.

  • Un Campo dei Miracoli

Sulla necessità di ridimensionarsi e di non credere alle favole – raccontate spesso da influencer senza scrupoli – ci battiamo da tempo. Le criptovalute non sono una slot machine, un lotto dal quale tutti usciranno vincitori. Ormai anche secondo i principali gestori di fondi mondiali hanno – alcune – dignità di investimento. Ma dall’allocare parte del proprio capitale in Bitcoin a cercare l’ennesima gemma che ci renderà ricchi c’è tutta la differenza del mondo.

  • Un attimo presidente, non li abbiamo inventati noi certi comportamenti

Come abbiamo sempre sostenuto un approccio più sano e razionale al mondo crypto, abbiamo sempre denunciato certe storture anche dei mercati regolamentati. Tra banche che offrono (offrivano?) prodotti ad alto rischio ad ignari pensionati alle penny stock (che ora stanno tornando prepotentemente alla ribalta proprio sfruttando le narrative crypto) non è che si sia fatto un gran lavoro sui mercati regolamentati.

Di scottati, anzi di ustionati ce ne sono a bizzeffe. Anche quando si erano fidati di SGR, di direttori incravattati e di nobili e blasonati istituti bancari. No, non vogliamo fare di tutta l’erba un fascio, ma riportare la discussione su un piano reale e storico. Una parte della popolazione – soprattutto quando mal consigliata – esaspera certi comportamenti. A partire da una sete di guadagno che accieca e che rende dei creduloni proprio come il Pinocchio di cui sopra.

No, non è ignoranza

Sappiamo che in tanti troveranno insolito un invito alla discussione più pacata proprio da una testata giornalistica che si occupa di criptovaluta. Tuttavia abbiamo sempre ritenuto e sempre riterremo inutili gli attacchi che sottolineano l’età o la supposta ignoranza del Presidente di CONSOB.

Primo perché no è l’anzianità a giocare un ruolo fondamentale in questa vicenda. Secondo perché il curriculum di Savona conferma che ha pienamente coscienza di come funzioni Bitcoin e di come funzionino le criptovalute.

Si dovrebbe essere in grado, per quanto possa apparire difficile, di separare l’uomo dall’istituzione che rappresenta. E anche di capire che gli interessi, gli obiettivi e il punto di vista di CONSOB sono – per forza di cose – diversi da quelli dei crypto-appassionati.

Le regole già ci sono, a meno che non stiate parlando di…

In realtà il settore crypto – contro la vulgata che viene ripetuta anche dai massimi vertici di CONSOB – è già più che regolamentato. Gli intermediari europei (così come quelli USA a breve) sono costretti a comportamenti pressoché identici a quelli degli intermediari finanziari classici.

E ad ogni modo, per quanto sognare non costi nulla – se quello che si vuole impedire è che la popolazione generale abbia accesso ad asset creati dal “nulla” beh, è ormai troppo tardi.

Si farebbe forse un servizio migliore ad educare la popolazione – o comunque ad avvisare e intervenire a reprimere certi comportamenti – se quello che interessa è appunto la tutela del pubblico generale.

La paura, che pur si basa su motivi condivisibili, funziona fino a un certo punto. E funziona poco e male quando di fronte abbiamo un esercito di personaggi senza scrupoli che promettono, proprio come in Pinocchio, ricchezze facili e immediate.

Per il resto ha ragione Paolo Savona: senza regole mondiali non si va da nessuna parte. C’è però regola e regola e non è detto che una regola sia tanto migliore quanto più sia restrittiva. Fino ad oggi assalti, dichiarazioni, spauracchi hanno funzionato poco e male. Se vogliamo separare il buono dal cattivo, se vogliamo limitare certi comportamenti, così come siamo noi disposti a cambiare i toni che utilizziamo, dovrebbe esserci un passo in avanti in questo senso anche da parte di CONSOB. E di autorità che possono mettere in campo la qualità più difficile da reperire, quella della credibilità.

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la mamma di Antonio
la mamma di Antonio
14 giorni fa

Savona parla di regole… quando siamo in una comunità dove è assolutamente legale che l’Olanda si freghi le nostre aziende con tassazioni al limite del ridicolo (rispetto a quelle italiane, ovviamente), e sorvoliamo su cosa sia diventata Cipro, detta anche “investi 2 milioni e hai il passaporto europeo”, con controlli inesistenti??? Servono “regole” per le cripto, Savona, dici? In un mondo dove le banche propongono e hanno sempre proposto i peggio investimenti, con foglietti informativi al limite della circonvenzione di incapace, o prestano (regalano) soldi agli amichetti anche se sanno benissimo che non li riavranno più indietro, tanto poi paga lo stato (noi)?
Quando inizierete a fare “regole” che funzionano per i VOSTRI settori ascolterò molto volentieri le “regole” aggiuntive che proponete per il settore cripto.

Fino a quel giorno -che sappiamo tutti non verrà mai- vedete di comprare Bitcoin pure voi, perchè quando il vostro castello/cartello di carte costruito su riserva frazionata, inflazione sana al 2% (ahahaha) e debito pubblico a briglia sciolta inizierà a cadere in pezzi senza Bitcoin si tornerebbe al baratto…

Renzo
Renzo
14 giorni fa

Sei GRANDE…!!!! R.

Klaus Marvin
Klaus Marvin
14 giorni fa

Il vero problema non è che cercano di portare l’acqua sempre al loro mulino e che solo loro possono avvalersi delle truffe legalizzate (vedi Bond Argentini ecc..) e cercare di mantenerci nell’ignoranza più totale (ormai quasi impossibile grazie a Criptovaluta.it), no il vero problema è che io sono confuso.

paolo
paolo
14 giorni fa

Ricordo, nel settore bancario, regolamentato, di quando la banca popolare di vicenza mi offriva azioni della banca, per avere prestiti agevolati, sui 65 euro ad azione che poi sono diventati 2 centesimi. O piu’ recentemente la carige, che chiedeva ai suoi dipendenti di investire il tfr nelle sue azioni, anche loro andate a zero.

OSZAR »