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COMPLOTTO CRYPTO BITCOIN

Mercato MANIPOLATO: guerre, Iran, Israele e prezzi a COMANDO su Bitcoin e crypto. Ma stanno davvero così le cose?

Un mega complotto, anzi, la solita manipolazione. Contro tutto e tutti, o forse no.

Vi leggiamo. Sia sul nostro canale Telegram sia sul resto dei nostri social. Siete quasi arrabbiati che la guerra tra Israele e Iran sia giunta a termine dopo pochi giorni. E vi sentite truffati da una politica che continua a muovere i mercati. Dato che però dalle parti di Criptovaluta.it® non si è mai avuto paura di dire la propria, abbiamo deciso di parlarne proprio nel momento più caldo.

Bitcoin recupera sopra i 105.000$, il resto del settore fa anche meglio – e questa è una di quelle splendide mattine in cui tutto è verde, tutto è in gain eppure troviamo delle motivazioni per lamentarci. Motivazioni corrette, che hanno delle basi e che dovremmo prendere per buone e rendere parte del nostro Volksgeist? Forse no – e in 4 punti cercheremo di spiegare il perché.

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Ci hanno fregato di nuovo: finita la guerra, finita la correzione, ma in tanti hanno perso denaro

Cos’è successo negli ultimi giorni? Israele ha deciso di colpire obiettivi strategici dell’Iran. L’Iran ha risposto con una pioggia di missili. Gli USA hanno dunque deciso di colpire anche in profondità alcuni siti dove si portavano avanti i programmi nucleari dell’Iran stesso. Il tutto si è consumato in meno di due settimane, con ogni notizia su nuovi missili, nuovi attacchi e in ultimo nuove scaramucce che hanno avuto un impatto importante sui mercati.

Hanno avuto un impatto molto rilevante sui mercati anche le notizie che arrivavano sempre da quel teatro di guerra. Come quella – da noi subito ridimensionata – della chiusura di Hormuz. Ad ogni modo: i mercati hanno fatto quello che fanno sempre. Ovvero reagire con la massima forza ad ogni notizia, salvo poi rimbalzare quando la notizia si è ridimensionata.

Prima teoria del complotto: c’è una regia

È chiaro che ci sia una regia. Questi eventi sono decisi da più uomini che mettono sul tavolo le diverse opzioni, le pesano, e individuano la migliore per ottenere determinati obiettivi politici.

Occhio: non è un giudizio di merito. Stiamo cercando di raccontare certe dinamiche nel modo più neutro possibile, consci non solo delle difficoltà nel farlo, ma anche dell’enorme numero di variabili coinvolte. Non si tratta infatti soltanto di obiettivi diretti, ma anche indiretti. Talvolta – e lasciamo qui la cosa come spunto di riflessione – c’è anche da salvare la faccia in termini di politica interna.

Bitcoin e crypto hanno reagito da manuale, tanto che in diversi tra i nostri lettori continuano ossessivamente a parlare di manipolazione.

Seconda teoria del complotto: lo hanno fatto per guadagnare sui mercati

Dato che certe decisioni, di cui quelle al punto 1, hanno degli effetti sui mercati, la seconda teoria del complotto riguarda la possibilità che qualcuno abbia portato a casa dei guadagni.

Versione soft: qualcuno sapeva delle decisioni prima che queste siano state rese pubbliche. È possibile, è accaduto in passato, non ci sarebbe nulla di nuovo.

Versione dura: tutto è stato messo in piedi al solo scopo di manipolare i mercati. E qui però – per quanto si voglia essere aperti a ogni tipo di considerazione, facciamo davvero fatica a seguirvi. Ci sono modi molto meno costosi, molto meno plateali, molto meno violenti e feroci di manipolare, mentre si è presidenti o comunque al governo, i mercati. E un minimo di buon senso vorrebbe come preferibile una “manipolazione” eventuale con meno danni collaterali possibili.

Terza teoria del complotto: tutto è finito troppo presto

La terza teoria, che in realtà è di rinforzo alle altre due, è quella che vede il conflitto come finito troppo presto per essere credibile. Per smentirla però basterebbe consultare qualche libro di storia e rendersi conto che i conflitti, soprattutto da quella parte del mondo, non sempre durano in eterno.

E che quando uno dei due contendenti ha una superiorità aerea schiacciante, tendenzialmente l’accordo si raggiunge molto presto. Anche perché a nessuna delle due parti magari conviene andare avanti.

E non è neanche detto – purtroppo – che sia finita qui. Perché gli accordi di cessate il fuoco non sempre vengono rispettati e non sempre sono scolpiti nella pietra.

Quarta teoria del complotto: tutto va sempre contro i miei investimenti

Non è ovviamente così. Non c’è alcun tipo di organizzazione, complotto, associazione segreta che ha interesse nel tuo wallet, per quanto ricco o esposto possa essere.

Il punto che facciamo fatica a raccontare anche a noi stessi è che in realtà siamo sempre poco preparati a certi eventi – e che dunque quando li subiamo tendiamo a cercare giustificazioni a buon mercato ai nostri errori.

È difficile dircelo, è difficile ammetterlo, ma è l’unico modo che abbiamo di crescere come investitori, come cittadini e in ultimo come uomini. Quindi, possibilmente, meno teorie del complotto e più analisi, nel caso, di dove abbiamo sbagliato.

Quinta teoria del complotto: guadagnano sempre i soliti

Non è vero. Uno degli esempi viene proprio da uno degli ultimi eventi che sono stati considerati “manipolatori”, ovvero l’introduzione dei dazi. Tanti fondi hedge, che nella vulgata dovrebbero essere quelli che guadagnano sempre, in realtà hanno continuato a vendere vicino ai minimi.

E sono stati i retail a guadagnarsi la pagnotta con un minimo di coraggio. La verità è che nessuno ti impedisce, a patto che tu te ne prenda la responsabilità, di operare come preferisci, a prescindere dagli eventi.

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